Castello di Villanova - Cassolnovo

Il castello situato alla frazione Villanova, risalente al XIV secolo, fu residenza di campagna dei duchi Sforza che lì sperimentarono per la prima volta la coltivazione del riso in Lomellina.

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Descrizione articolo

In un opuscolo del 1968, dedicato al quarto centenario della nascita di San Luigi Gonzaga, scritto da don Ernesto Colli, si legge:
“La grande pace della campagna, gli incanti d’un mare di spighe dorate, il paesaggio fiabesco d’un colossale maniero, suggeriscono al visitatore immagini di antica e patriarcale saggezza”.

Il maniero a cui si riferisce lo storico piemontese è il castello di Villanova, nella valle luminosa del Terdoppio, in una terra ricca e fertile al confine tra Piemonte e Lombardia. Le acque dei canali e delle fontane derivate dai corsi più importanti di Sesia, Terdoppio e Ticino, rendono questa terra ricca di marcite e risaie.

Da questo castello, nel 1475, vengono spediti cinque sacchi di riso, chiamato “oro bianco”, al Duca di Ferrara, affinché possa conoscere la nuova fonte di ricchezza sperimentata nelle terre acquitrinose di Villanova per volontà del Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza.

Villanova è spesso citata nelle corrispondenze dei signori di Milano che a Vigevano e in Lomellina amano trascorrere periodi di riposo e di divertimento. Un luogo ameno per le battute di caccia ducali, come descrive la duchessa Beatrice d’Este alla sorella, Isabella d’Este, Marchesa di Mantova, in una lettera riportata da Daniela Pizzagalli nel suo romanzo “La dama con l’ermellino” del 2000.
“Io mi trovo di presente qui a Villanova, dove per la bontà delle campagne e dolcezza dell’aere la quale se potria equiparare a quella del mese di maggio (scriveva a marzo), tanto è temperata e splendida. Ogni giorno monto a cavallo cum li cani e li falconi, e nessuna volta torniamo a casa, el Signor mio consorte e io, che non habiamo ricevuti infiniti piaceri alla caccia de aironi e de uccelli de riviera.” 

Terra salubre e meravigliosa abitata nei secoli da monaci che la bonificarono, da nobili famiglie che la resero feconda e la trasformarono in villa signorile.

A Villanova si conserva il castello, oggi proprietà privata, con interessanti tracce architettoniche quattrocentesche. Vestigia illustri si uniscono all’operosità di chi ancora oggi coltiva riso in queste terre.

Nella Chiesa parrocchiale di San Martino, antica cappella dell’Abbazia Vallombrosana, si ammira la tela di San Luigi Gonzaga, dono della madre del giovane beatificato nel 1652. Luigi Gonzaga, in viaggio verso Casale Monferrato, terra governata dalla sua famiglia, venne salvato dopo un brutto incidente da alcuni pescatori presso l’antico porto di Cassolo Vecchio sul Ticino. Luigi soggiornò più volte a Villanova che, fin dal XVI secolo, fu governata dalla sua nobile famiglia, in seguito al matrimonio di Olimpia Sforza, figlia del marchese di Caravaggio, e Ferdinando Gonzaga, principe di Castiglione, suo padre.


L’Associazione Vigevano Promotions organizza itinerari su misura di mezza o una giornata per accompagnare gruppi di visitatori alla scoperta delle storie e leggende in essi custodite.
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