Castello Beccaria Litta - Gambolò

Realizzato intorno al X secolo, il Castello di Gambolò subì numerosi rimaneggiamenti diventando, infine, villa di campagna sotto richiesta del Marchese Agostino Litta.

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Castello Beccaria Litta - Gambolò - Immagine: 1
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Le origini di questo complesso si possono datare intorno al X secolo con la costruzione di un castrum (quindi struttura fortificata a protezione degli abitanti), e ha subito nel corso dei secoli numerose ricostruzioni e rimaneggiamenti.

Attualmente la sua forma richiama le tipiche strutture viscontee-sforzesche (XIV secolo), con pianta quadrata e con torri angolari, su cui si sono poi addossati gli edifici più tardi. Di questa antica struttura sono ancora visibili parte della cinta muraria con mattoni a vista, il rivellino sul fossato ed il fossato stesso. Parte dell’antico cortile interno ora è stato trasformato in parcheggio.

Intorno alla metà del XV secolo, il feudo di Gambolò fu donato alla famiglia Beccaria e poi successivamente (30 gennaio 1573) fu acquistato per 60.400 Lire dal Marchese Agostino Litta. Questi decise di trasformare il Castello in una villa di campagna con un ampio giardino ed un ingresso di rappresentanza, dando all’antica struttura la forma attuale.

Il palazzo edificato dai Litta, che si sviluppa nella zona occidentale del Castello, ha un cortile interno che presenta due zone colonnate. L'accesso principale è segnato dal lungo viale con quinte in muratura a vista in mattoni e termina con un rivellino a ponte sopra il fossato, il cui torrione principale (sul cui arco sono ancora in parte leggibili le tracce del ponte levatoio) fu trasformato nel 1680 in portale d'ingresso con arco a sesto ribassato.

Prima della fine del XVI secolo i Litta iniziarono poi a costruire, a ridosso del muro di cinta occidentale, una galleria oggi chiamata “Manica Lunga”. A seguito di una serie di problemi, i lavori si interruppero con la costruzione della torre quadrata posta al centro della struttura che congiungeva il palazzo con la torre Mirabella e, solo nei primi anni del Settecento, i lavori si conclusero arricchendo la torre circolare di un belvedere con ringhiera.

Successivamente il castello passò alla famiglia Robecchi e poi al Comune di Gambolò.

Al piano primo del complesso della Manica Lunga vi è la sede del Museo Archeologico Lomellino.


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