Mulino di Mora Bassa a Vigevano

Un mulino antico, la cui storia s’intreccia con le più importanti famiglie nobili lombarde, ma anche con l’arte e le vicende di Leonardo da Vinci.

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Mulino di Mora Bassa a Vigevano - Immagine: 2
Descrizione articolo

Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, sancì con diploma del 14 novembre 1481, il diritto dello zio Ludovico Maria di estrarre acqua dal fiume Sesia, per utilizzarla nelle proprietà della Sforzesca a Vigevano.
La roggia, denominata Roggia Mora da Ludovico il Moro, fu progettata da Giuliano Guascone e completata tra il 1487 e il 1488 attraverso l’ampliamento di altri canali e rogge già esistenti. Si snoda per circa 60 km da Prato Sesia, fino a Vigevano e alla Sforzesca, dove si divide in una rete di cavetti secondari.
Fin dalla sua fondazione, lungo il suo percorso, le acque della roggia azionavano numerosi mulini, anche se la maggior parte di questi versa oggi in stato di abbandono.

Il Mulino di Mora Bassa è collocato in prossimità di un salto idraulico creato appositamente lungo la roggia: l’acqua, prima di raggiungere le ruote, incontra tre chiuse (ancora in servizio) azionate a mano e necessarie per regolare il flusso dell’acqua. La chiusa più vicina all’edificio del Mulino conduce l’acqua nella doccia, una struttura inclinata in muratura che riduce ulteriormente la sezione della roggia dando più velocità all’acqua per far muovere le due ruote idrauliche.
La data di costruzione di questa antica struttura si può fare salire al 1488 circa, coeva quindi alla realizzazione della Roggia Mora: infatti, in data 16 gennaio 1496, quando Ludovico il Moro diede in gestione a Guglielmo da Camino i suoi mulini lungo la Roggia Mora, il Mulino è indicato tra il patrimonio esistente.

Il Mulino di Mora Bassa è parte dei possedimenti della Sforzesca di Ludovico il Moro e ne segue la sorte. Nel 1494 il Moro offre come dono di nozze alla moglie Beatrice D’Este l’intera proprietà e nel 1497, dopo la morte di Beatrice, Ludovico cede la Sforzesca con i possedimenti terrieri (quindi anche il mulino) ai domenicani di Santa Maria delle Grazie, i quali ne tengono la proprietà fino alla soppressione dell’ordine, da parte di Napoleone nel 1798.
Nel 1803 il marchese Saporiti acquista la Sforzesca e le sue proprietà e il tutto rimarrà nelle loro mani fino al 1988, quando cedono il tratto di Roggia Mora ed i relativi edifici idraulici all'Associazione di Irrigazione Est Sesia, l’attuale proprietaria.
Una planimetria risalente alla metà dell’Ottocento indica la pianta originaria del mulino. La distribuzione dei meccanismi del piano terreno indica la presenza di due macine per la lavorazione dei cereali e di una pista da riso composta da sei pistoni, collocata perpendicolarmente alla roggia. Al piano superiore si trovavano le stanze dell’abitazione del mugnaio e il fienile.
Questo complesso, che sorgeva in mezzo ai campi, forse era qualcosa di più di un semplice Mulino, come testimonianza la presenza di uno splendido camino ad angolo che si trova al piano superiore. La leggenda vuole che qui Ludovico il Moro incontrasse, in gran segreto, la sua amata Cecilia Gallerani, la famosa dama con l’ermellino ritratto di Leonardo Da Vinci.

In questo luogo così ricco di storia, vi è la sede della Mostra Permanente delle Macchine di Leonardo da Vinci, gestito dall’associazione culturale La Città Ideale, in cui sono esposte le macchine funzionanti tratte dai codici di Leonardo. Il percorso abbraccia i vari temi delle ricerche del grande genio: le macchine idrauliche, quelle da guerra, meccanismi per tentare di misurare il tempo e macchine volanti.

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